venerdì, Novembre 22, 2024

Uno su quattro potrebbe perdere il lavoro a causa del KI

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Bertina Buccio
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L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) avverte in un nuovo rapporto che più di un posto di lavoro su quattro potrebbe diventare ridondante a causa dell’introduzione dell’intelligenza artificiale nella vita lavorativa. Il robot Hiroshi 6 è stato mostrato durante una fiera a Ginevra questo mese. Foto: Keystone/AP/NTB.

di NTB | 07/11/2023 18:43:17

Scienze e tecnologiaI posti di lavoro scompariranno, verranno creati nuovi posti di lavoro e il mercato del lavoro vedrà grandi cambiamenti in futuro, afferma l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) in un nuovo rapporto.

Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, con strumenti in grado di scrivere articoli, produrre immagini e superare esami medici, ha fatto temere che interi settori della vita lavorativa possano diventare superflui nei prossimi anni.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico stima che il 27% della forza lavoro nei suoi 38 stati membri sia a maggior rischio di licenziamento a causa dell’introduzione dell’intelligenza artificiale.

Sebbene l’uso dell’IA rimanga relativamente basso, il rapporto afferma che il rapido sviluppo, il calo dei costi e la maggiore disponibilità di lavoratori con competenze di IA indicano che le economie dell’OCSE potrebbero trovarsi di fronte a una rivoluzione dell’IA.

L’OCSE ritiene che sia molto importante raccogliere dati sulle conseguenze dell’introduzione dell’IA, compresa la misura in cui renderà i lavoratori licenziati, creerà nuovi posti di lavoro o richiederà nuove competenze ai lavoratori.

L’uso dell’intelligenza artificiale è ancora in fase sperimentale e sta avvenendo soprattutto nelle grandi aziende che finora hanno licenziato solo in minima parte i dipendenti, osserva Stefano Scarpetta, che dirige il Dipartimento per il lavoro e le questioni sociali dell’Organizzazione per la cooperazione economica -funzionamento e sviluppo.

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L’OCSE ritiene che l’intelligenza artificiale possa anche contribuire alla sicurezza dei dipendenti riducendo la necessità di svolgere “compiti noiosi o pericolosi”, il che comporterebbe salari più elevati per i lavoratori con la necessaria competenza tecnologica.

L’uso dell’intelligenza artificiale comporta anche serie sfide etiche relative alla protezione dei dati, alla privacy, alla trasparenza, alla discriminazione, ai processi decisionali automatizzati e alla responsabilità, afferma Scarpetta.

– È necessario agire immediatamente per garantire che l’IA sia utilizzata in modo responsabile e che ispiri fiducia nella vita lavorativa, afferma.

– Sebbene ci siano molti potenziali benefici dall’uso dell’intelligenza artificiale, ci sono anche rischi significativi che devono essere valutati immediatamente, è ancora in corso.

– Ma è anche chiaro che la possibilità che venga utilizzato come sostituto è grande, il che aumenta il timore di salari più bassi e perdite di posti di lavoro, ritiene.

L’uso dell’intelligenza artificiale può anche portare a un ritmo più elevato e a una maggiore pressione sui dipendenti, nonché a salari più bassi quando ci sono meno compiti da risolvere manualmente, è stato riferito.

(© NTB)

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