Il governo italiano ha mandato in shock i mercati finanziari quando ha proposto una tassa del 40% sui superprofitti bancari l’8 agosto, innescando un forte calo dei titoli bancari italiani.
– Molto pericoloso
La reazione negativa ha spinto il governo ad attenuare i piani, ma quasi un mese dopo sta ancora studiando come implementare la tassa, dicono i rapporti. CNBC.
– E’ una legge molto stupida, ha detto al canale Carlo Calenda, segretario del partito italiano Azione, durante il forum Ambrosetti di European House dello scorso fine settimana.
– Tutti gli investitori internazionali lo guarderanno e diranno: “Wow, è troppo rischioso”. Non voglio investire a lungo termine in Italia se so che il governo entrerà e prenderà parte dei vostri profitti”, ha aggiunto l’ex viceministro allo Sviluppo economico.
Il miglior testo giuridico?
I Fratelli d’Italia, il partito leader della coalizione di governo, affermano che le banche non offrono tassi di interesse elevati ai clienti per i depositi. Secondo la Reuters, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha detto ad Ambrosetti: “Certo che si può migliorare… ma non accetto che sia considerata una tassa ingiusta”.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il leader del partito di centrodestra Forza Italia affermano che il governo è stabile e che la proposta fiscale non crea tensioni.
– Chiedere aiuto alle banche è corretto, ma allo stesso tempo è importante distinguere tra banche grandi e piccole. Ha detto alla CNBC che voleva parlare con le banche per vedere se potevano scrivere un testo legale migliore.
Una sola riga
Sulla scia della proposta fiscale, gli analisti di Citi stimavano che l’imposta unica equivarrebbe a circa il 19% dei risultati netti delle banche.
Un’aliquota fiscale del 40% sarà applicata sul reddito da interessi netti che supera la crescita annua del 3% rispetto ai livelli del 2021 nel 2022 e sul reddito da interessi netti che supera la crescita annua del 6% nel 2023 rispetto ai livelli del 2022.
Secondo lo schema, le banche dovranno pagare le tasse entro sei mesi dalla fine dell’anno finanziario.
Paesi come Spagna e Ungheria hanno già imposto tasse straordinarie sul settore bancario.
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