Una delle zone più colpite è la città di Jaen, nel sud della Spagna, conosciuta anche come la culla della produzione spagnola di olio d’oliva. Qui il raccolto è diminuito del 70-80%.
Alcuni agricoltori non sono in grado di raccogliere un chilo di olive da un raccolto eccezionale nel 2022.
Gli scarsi raccolti, insieme all’aumento dei costi energetici e di manodopera, hanno colpito duramente dal punto di vista finanziario molti olivicoltori.
Ma la Spagna non è l’unica a registrare rendimenti scarsi.
In Grecia le estati sono caratterizzate da violenti incendi boschivi e ondate di caldo che superano i 40 gradi. Si prevede che produrrà 200.000 tonnellate di olio d’oliva, un terzo in meno rispetto allo scorso anno.
Anche in Italia le speranze di una buona stagione si sono spente dopo che la siccità e i forti temporali hanno distrutto i frutti degli alberi.
Il prezzo sale
Le condizioni di crescita sono state così povere per due anni consecutivi che lo squilibrio tra offerta e domanda ha fatto sì che i prezzi dell’olio d’oliva siano andati solo in una direzione nell’ultimo anno, e cioè in aumento.
Già in primavera la rivista finanziaria britannica Financial Times aveva scritto che i prezzi dell’olio d’oliva avevano raggiunto livelli record, ma da allora i prezzi hanno continuato a salire.
Da giugno 2022 a luglio 2023, i prezzi dell’olio d’oliva spagnolo sono aumentati del 110% a circa 7,5 euro al chilo.
Allo stesso modo, Grecia, Italia e Portogallo hanno registrato forti aumenti dei prezzi dell’olio d’oliva, il tutto a causa delle scarse stagioni di crescita.
Ciò in definitiva colpisce i consumatori, come è anche il caso della Danimarca, dove a luglio il prezzo dell’olio d’oliva nei supermercati è aumentato dell’11,4% nel 2023. Rapporti di mezzi di informazione indipendenti Monitoraggio degli alimenti.
Il cambiamento climatico rende il futuro incerto
Secondo L’ultimo rapporto sul clima delle Nazioni Unite La siccità e il caldo colpiranno l’Europa meridionale ancora più duramente a causa dei cambiamenti climatici.
Il grafico sottostante mostra i cambiamenti attesi nelle precipitazioni da giugno ad agosto nel 2100 con 2 gradi di riscaldamento globale.
È abbastanza chiaro che gran parte dell’Europa generalmente vede estati con scarse precipitazioni. L’Europa meridionale, in particolare, dovrebbe prepararsi a ulteriori siccità.
Per gli olivicoltori europei, ciò significa molti altri anni di scarsi raccolti.
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