La peer review diventa vittima dell’entusiasmo dei ricercatori di pubblicare.
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Oggi la peer review è considerata una pietra miliare della ricerca scientifica. Non è perfetto, ma è comunque il meglio che abbiamo e dovrebbe essere una parte normale della vita accademica quotidiana. Questa pratica ha un impatto importante su tutto, dall’assistenza sanitaria e politica ai programmi regionali e allo sviluppo industriale.
Mentre molti ricercatori sono ansiosi di pubblicare le loro scoperte, ci troviamo di fronte a una netta dissonanza quando si tratta della nostra volontà di assumerci il compito di rivedere il lavoro degli altri. Oltre il 70% dei ricercatori rifiuta le richieste dei pariO perché l’articolo non rientra nella loro area di competenza o semplicemente perché sono troppo occupati. Purtroppo, i dati di Publons mostrano che questa tendenza è in diminuzione.
Di’ di no. Come membro del comitato editoriale di una rivista BMC, è diventato sempre più comune che quando chiedo ai ricercatori di contribuire come pari a un articolo, non ricevo risposta. Questo è il
La questione si interseca con le riviste. La globalizzazione della scienza e della tecnologia ha portato a un’esplosione del numero di ricercatori e di pubblicazioni, inondando le riviste di articoli che necessitano tutti di un’attenta considerazione.
È tempo di avviare una discussione più ampia sulla mania dell’editoria
La comunità di ricerca norvegese si è posta obiettivi ambiziosi in linea con l’Agenda 2030, e il successo dipende in gran parte dalla volontà dei ricercatori di esaminare e valutare i manoscritti presentati dai loro colleghi. La posta in gioco è molto alta e, se questo equilibrio si inclina nella direzione sbagliata, rischiamo di minare la fiducia nella ricerca nel suo complesso. La revisione tra pari è spesso un lavoro invisibile, intrapreso con limiti di tempo, nel tempo libero, senza ricompensa finanziaria, con scarso riconoscimento pubblico e pochi benefici diretti.
Follia editoriale. Per affrontare questo squilibrio è necessario considerare gli incentivi che incoraggiano i ricercatori a partecipare attivamente come colleghi. Qui dobbiamo pensare al duro lavoro e dobbiamo assumerci tutti le nostre responsabilità. Allo stesso tempo, dobbiamo anche coltivare una cultura che valorizzi lo sforzo compiuto dai colleghi. Dovrebbe essere riconosciuto come un dovere e una responsabilità importante di tutti i ricercatori.
Oltre ad affrontare gli aspetti pratici della revisione tra pari, è tempo di avviare una discussione più ampia sulla mania dell’editoria. Ciò può essere ottenuto premiando, e quindi contribuendo, alla pubblicazione qualitativa piuttosto che quantitativa Una pratica editoriale scientifica più sostenibile e significativa. L’appello è chiaro: partecipiamo tutti al rafforzamento del sistema di peer review e alla costruzione insieme di un futuro scientifico migliore.
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