sabato, Novembre 23, 2024

Amicizia e cooperazione con la Russia – il nostro paese

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Bertina Buccio
Bertina Buccio
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Nel 1971, Henry Kissinger, allora consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, disse che la NASA avrebbe dovuto fare il possibile per cooperare con l’arcinemico Unione Sovietica nello spazio.

Pochi mesi dopo, gli astronauti Dave Scott e Jim Irwin hanno lanciato una targa commemorativa per commemorare la luna a coloro che hanno perso la vita durante l’esplorazione dello spazio. Tra i nomi c’erano diversi russi, inclusi tre astronauti appena morti nel tragico incidente della Soyuz 11. Gli astronauti dell’Apollo Tom Stafford hanno rappresentato il Presidente degli Stati Uniti al loro funerale. I rapporti erano molto stretti.

Pochi anni dopo, nel 1975, la navicella spaziale Apollo e Soyuz si incontrarono nello spazio, come prova tangibile che una vera collaborazione nella ricerca – e l’amicizia ad essa associata – era possibile, nonostante i feroci fronti della Guerra Fredda. Da ciò è seguita una continua collaborazione, con le stazioni spaziali Mir e la Stazione Spaziale Internazionale e innumerevoli voli insieme – anche sullo Space Shuttle statunitense – come risultati visibili.

Insomma: le sanzioni non devono trasformarsi in ostilità e isolamento permanenti

Incontrarsi come altri esseri umani

Di fronte alla guerra brutale e ingiusta di Vladimir Putin in Ucraina, dobbiamo combatterla con mezzi finanziari. Il suo sistema deve essere isolato, non abbiamo altra scelta. Ma in mezzo a ciò, dobbiamo riflettere su come, il giorno della fine della guerra, possiamo riprendere le relazioni e la cooperazione, almeno di fronte alle grandi sfide scientifiche e sociali.

Non possiamo permetterci di essere gli uni oppositori nella lotta al cambiamento climatico, non dobbiamo rischiare la militarizzazione dello spazio e dobbiamo essere in grado di incontrarci ancora una volta come esseri umani nello sport, nella scienza e nella cultura. Insomma: le sanzioni non devono trasformarsi in ostilità e isolamento permanenti.

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Un mondo comune

Abbiamo scelto di credere che non fosse un caso che gli astronauti appena arrivati ​​sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) indossassero i colori dell’Ucraina qualche settimana fa. Il loro lavoro ci ricorda le parole dell’astronauta Bill Anders dopo il volo dell’Apollo 8 nel 1968: “Siamo andati nello spazio per esplorare la luna, ma quello che abbiamo davvero scoperto è stato il nostro pianeta”. Abbiamo un disperato bisogno della stessa prospettiva ora.

La certezza che noi esseri umani abbiamo un pianeta comune, con compiti comuni da risolvere, e che noi come esseri umani dobbiamo costantemente cercare modi per cooperare, non deve essere persa, nel mezzo della guerra, non importa quanto siano importanti i sentimenti e le tradizioni nazionali sono, e non importa quali conflitti possiamo incontrare. Il programma spaziale può servire da ispirazione.

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