Due musei d’arte nazionali
A Roma possiamo ammirare l’antichità, il Medioevo, il Rinascimento e il Barocco – quasi senza limiti. Ma se vogliamo vedere le linee dell’arte italiana fino ai giorni nostri, dovremmo visitare anche i due musei nazionali GNAM (Galleria Nazionale d’Arte Moderna) e MAXXI (Museo nazionale delle Arti del XXI secolo -). Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo). Iniziamo dal primo.
Galleria Nazionale
Museo Nazionale d’Arte Moderna
Imponente quando vediamo l’intera facciata del Giardino Borghese. E’ davvero ricco di contenuti. L’edificio fu progettato dall’architetto Cesare Pazani e costruito per una grande mostra nel 1911 in occasione del 50° anniversario dell’Unità d’Italia. Il museo si trasferì qui nel 1915 dopo essere stato ospitato nel Palazzo Esposizioni fin dalla sua fondazione nel 1883.
Giustificazioni del museo
Quando l’Italia fu unificata nel 1871, anche il Paese dovette avere un proprio museo nazionale. Dovevano trovare un’identità artistica. Ciò che troviamo nella Galleria Nazionale è arte italiana dal 1750 circa fino al 2000 circa. Si sono concentrati anche sull’evidenziazione dei movimenti artistici italiani e degli artisti di importanza internazionale. Troviamo anche buoni esempi di arte internazionale che è stata importante per l’arte italiana. Inoltre, il museo ospita anche mostre temporanee in corso.
Lo sguardo di oggi sugli anziani
Già nel grande androne si sottolinea che noi che viviamo oggi vediamo l’arte in modo diverso rispetto a chi viveva all’epoca in cui furono realizzate la maggior parte delle opere d’arte che stiamo per vedere. Nell’ampio ingresso il pavimento è ricoperto di specchi rotti. Inoltre ci muoviamo tra le bellissime sculture neoclassiche collocate anche qui. Siamo intrappolati nello specchio che costituisce il pavimento dell’intero corridoio. Ci vediamo nello stesso momento in cui vediamo le sculture neoclassiche. Noi spettatori siamo coinvolti dalle opere. L’effetto specchio si è moltiplicato e noi siamo diventati parte di tutto.
Ci viene così ricordato che oggi siamo abituati a un’arte non inclusiva. Noi siamo più coinvolti in tutto questo, mentre coloro che hanno vissuto quando è nata l’arte modernista sono abituati a vedere opere olistiche. Siamo a cavallo tra due periodi, ma abbiamo ancora una prospettiva diversa rispetto ai tempi precedenti. In questa prospettiva osserviamo da vicino alcune delle opere più importanti del museo, tra cui Giacomo Balla, Sandro Chia, Carlo Carrà e Umberti Boccioni.
pubblicato
17.01.2013, il 13.06
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