Röyksopp dà il meglio di sé quando gioca un po’ più lontano dalla formula.
Sono passati otto anni da quando Svein Berge e Torbjørn Brundtland hanno annunciato di aver finito di coordinare l’album, almeno sotto la bandiera di Röyksopp.
Per fortuna non è andata così: per due terzi nel 2022 siamo già due terzi del progetto “Deep Mysteries”, che contiene 30 canzoni che potrebbero ricordarci sospettosamente… beh, la trilogia dell’album delle renne .
Laddove la prima installazione di “Deep Mysteries” si avvicinava molto ai modelli Röyksopp già affermati, questo sequel è più versatile e molto migliore. Il duo anche questa volta ha portato sul ring un bouquet di cantanti provenienti dalla Norvegia e dalla Gran Bretagna.
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L’album inizia alla grande con la title track “Denimclad Baboons”, che condivide alcune qualità rimbalzanti con il suo più grande successo, “Apple”, sebbene con un elemento ampio e ovvio in fondo.
Migliora anche con “Let’s Get It Right” cantata da Svein Berge e Astrid S – una melodia pop morbida che fa un ottimo uso del paesaggio sonoro caldo, organico e intimo. Per non parlare della canzone “Unity”, portata in paradiso da un allegro pianoforte house, e dai forti ritmi lirici forniti dalla britannica Karen Harding.
È anche divertente quando Berge e Brundtland finiscono l’album lanciandosi in un valzer di synth, con Bergen inestimabile da Kato Ådland (basso) e Ivar Thormodsæter (batteria).
Questa volontà di manipolare la formula può caratterizzare parti ancora più grandi del record. La canzone “Oh, Lover” cresce con l’aiuto di Sundfør lungo il percorso, ma in pratica suona come una versione leggermente ispirata di qualcosa che hanno già fatto insieme. “Scusa”, con Jamie Irrepressible alla voce delicata, sarebbe stata una demo trascurata per uno spot pubblicitario della Apple.
Detto questo: entrambi danno sicuramente motivo di attendere con ansia tutti e tre.
La miglior canzone: “solitudine”
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