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Uve in PiemonteFoto: Megan Malin/Wikimedia Commons
Nonostante svolgano un ruolo cruciale nella società, i lavoratori giornalieri in Italia sono sottoposti a condizioni miserabili. Ora un nuovo movimento sta cercando di creare un’alternativa all’attuale agricoltura italiana dove l’ambiente e i lavoratori siano rispettati.
A fine novembre tre funzionari di una cooperativa agricola della provincia di Verona sono stati arrestati con l’accusa di sfruttamento di lavoratori marocchini. I marocchini erano costretti a lavorare fino a 12 ore al giorno per bassi salari in diverse aziende del Veneto, e vivevano in misere capanne senza elettricità.
Solo pochi giorni fa dieci italiani delle zone limitrofe di Taranto e Brindisi sono stati accusati di partecipazione al caporalato, una forma illegale di reclutamento e organizzazione del lavoro utilizzata soprattutto in agricoltura. I dieci imputati avrebbero organizzato lavoratori giornalieri clandestini per lavorare nell’agricoltura della Puglia e della Basilicata per tre euro l’ora, senza alcuna forma di assicurazione sanitaria.
Nello stesso tempo, a Trani, sempre in Puglia, è iniziato il processo contro il direttore generale dell’azienda agricola dove lavorava, Paola Clemente. Clemente era una lavoratrice giornaliera italiana morta di sfinimento nell’estate del 2015. Ha avuto un infarto mentre era tra le vigne della fattoria dove era stata assunta per lavorare per pochi euro l’ora.
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