Armando Ezzo, difensore centrale del Monza in Serie A con tre presenze in graduatoria, è stato condannato a cinque anni di reclusione per partite truccate.
Condannato per aver aiutato la mafia napoletana a truccare un fiammifero nove anni fa. Il 31enne ha subito dichiarato che avrebbe impugnato la sentenza.
– Sono così deluso. Sono stato assolto per partite truccate il 25 maggio 2014, ma sono stato riconosciuto colpevole di partite truccate il 17 maggio dello stesso anno, partita che non avevo nemmeno giocato. Ha detto che secondo il rapporto, leggerò il ragionamento con i miei sostenitori e faremo appello Gazzetta dello Sport.
Il suo avvocato difensore, Stefano Montone, ha dichiarato a LaPresse di ritenere che ci siano buone possibilità che la sentenza venga annullata.
Ezzo è stato giudicato colpevole da un tribunale del Napoli per aver contribuito a sistemare una partita di Serie B tra il Modena e la sua allora squadra Avellino. È stato giudicato colpevole di partecipazione a criminalità organizzata e frode sportiva. La condanna è stata di due mesi più severa di quanto affermato dal pubblico ministero.
Il cugino di Izzo, Humberto Accorso, ritenuto mafioso, è stato condannato a 18 mesi di reclusione. Anche un’altra persona è stata denunciata per complicità.
Il Monza, di proprietà dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sostiene Izzo e afferma in un comunicato che il club crede nella sua innocenza.
– Monza esprime il suo sincero sostegno ad Armando. Dice che siamo convinti che sia estraneo all’ambiente criminale.
Ezzo ha giocato 26 partite con il Monza in questa stagione e ha aiutato il club ad assicurarsi un posto in Serie A, dove il club gioca per la prima volta.
Nel 2017 è stato bandito dal calcio per 18 mesi per non aver denunciato partite truccate durante la sua permanenza all’Avellino. La pena è stata ridotta a 6 mesi dopo l’appello.
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