Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha rivelato venerdì la sua visione del “secolo turco”. Prima di arrivare ad Ankara Square, il pubblico ha gustato un’ottima selezione di canzoni e film. Il contenuto visivo, che è stato ammirato da diversi gruppi del Paese a partire dai giovani, riflette la ricerca di un nuovo inizio e il relativo discorso: “Incontriamo Oriente e Occidente – ma soprattutto la verità”. Infine, il pubblico ha cantato con entusiasmo mentre Erdogan è salito sul palco con il seguente inno: “Che il secolo abbia inizio per la Turchia. Ora, non domani”.
Come previsto, il discorso del presidente turco conteneva molto sentimento e riferimenti al servizio pubblico, valori condivisi e obiettivi futuri. Gli applausi degli spettatori sono scoppiati quando ha descritto la riapertura di Hagia Sophia come una sfida alla sponsorizzazione globale. Nel mezzo del discorso di Erdogan è stato proiettato un cortometraggio che mostrava al pubblico che il sogno di Şakir Zumri, il pioniere dell’industria turca nel ventesimo secolo, si era avverato e si era anche rivelato stimolante.
La visione di Erdogan del “secolo turco” può essere riassunta come un appello rivolto a tutti i cittadini turchi a completare insieme la costruzione di uno stato grande e forte. Ancora una volta mi è venuto in mente che il Presidente turco ha svelato una visione aperta e ha invitato tutti a “parlarne, discutere e fare proposte” fino al 29 ottobre 2023. Era anche importante che il suo appello fosse accompagnato da proposte concrete per “costruire insieme, creare una nuova base per un consenso nazionale”. Incoraggiamo un’identità repubblicana democratica partecipativa, riorganizziamo l’asse della politica con il lavoro e il lavoro, le libertà positive, avviamo l’ascesa della Turchia, mettiamo in evidenza la diversità come fonte di ricchezza e fuggiamo dall’eco camere”.
Il sogno che deve diventare realtà
Il punto principale di Erdogan è stato che i successivi governi del Partito AK hanno affrontato le carenze del primo secolo della repubblica negli ultimi due decenni e hanno promesso di completare i preparativi per il secondo secolo. A questo proposito, il sogno del “secolo turco” riflette il desiderio di partire alla grande ed elevare il Paese ben oltre il livello della civiltà moderna. Si tratta di trasformare la Turchia in una potenza saggia, giusta ed egemonica. Cerca di rendere la Turchia uno dei primi dieci paesi al mondo. L’obiettivo è garantire che la Turchia, che oggi è ancora su una soglia critica, diventi un importante concorrente a un livello superiore.
I temi che Erdogan ha citato per descrivere il nuovo secolo della repubblica erano anche prominenti sui muri di piazza Ankara: sostenibilità, tranquillità, successo, fiducia e stabilità, produzione, efficienza, energia, digitale, comunicazione, scienza, sviluppo, pace, valori e compassione, libertà, futuro e giovinezza.
Il discorso di Erdogan non solo stabiliva la continuità tra i Selgiuchidi, gli Ottomani e la repubblica, ma invocava anche alcuni simboli e concetti per indicare l’intento di completare la modernizzazione turca. Il fulcro di questo discorso era l’obiettivo di sposare gli ideali della repubblica per rafforzare il progresso della Turchia.
La nuova mela rossa
Erdogan, infatti, pone la sua lotta politica al centro del progetto repubblicano che risale all’epoca di Mustafa Kemal Ataturk. Pertanto, offre al popolo turco una visione per liberare il suo paese dalla tutela interna e straniera e trasformarlo in un attore globale. Si può sostenere che questo approccio rappresenti una seria sfida per l’opposizione.
Concludo citando quella che ritengo la parte più audace del discorso di Erdogan sulla visione del “secolo turco” che ha chiamato la “nuova mela rossa”: Turchia “è il nome della rivoluzione che promuoverà la democrazia, lo sviluppo , pace e tranquillità in tutto il mondo, a cominciare dal nostro Paese e dai nostri vicini”.
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