Silvio Berlusconi ha plasmato la nostra immagine dell’Italia, ma giudichiamo lui e l’Italia del tutto giusti?
“Da Berlusconi a Berlusconi, 1994 – 2001”. Così recita il titolo dell’ultimo capitolo di uno dei libri più penetranti della moderna storia italiana, L’Italia e il suo malcontento 1980-2001 di Paul Ginsburg.
Lunedì 12 giugno è morto Silvio Berlusconi. La sua vita e il suo lavoro hanno segnato la fine di un’era e il passaggio a un’altra completamente diversa, non solo in Italia, ma in tutta Europa. Il modo in cui Berlusconi ha usato il suo dominio mediatico per farsi strada in politica ha cambiato la soglia di ciò che un politico può essere – nel bene e nel male. Per molti versi, il magnate italiano dei media è stato il primo “uomo forte” della politica moderna, il predecessore di Putin così come di Erdogan e Trump, ma anche del meno noto ex primo ministro ceco, Andrej Babis. Allo stesso tempo, ha aperto le porte a quello che sarebbe diventato e rimane un fattore dominante nella politica europea: il populismo.
Dall’industria delle costruzioni al magnate dei media al politico
“Lettore. Appassionato di viaggi esasperatamente umile. Studioso di cibo estremo. Scrittore. Comunicatore. “