venerdì, Novembre 22, 2024

Un forte calo del mercato azionario in Europa | Finansavisen

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Bertina Buccio
Bertina Buccio
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Lunedì, gli indici azionari statunitensi sono aumentati del 2-3% e l’Europa ha seguito l’esempio martedì. Alle 4 del mattino, il DAX tedesco è salito del 2,7%, mentre il CAC francese e il Farts britannico sono aumentati rispettivamente del 3,4 e del 2,1%. Anche le obbligazioni lunghe e i metalli preziosi hanno ricevuto un impulso.

Questo sviluppo riflette la speranza che la politica monetaria delle banche centrali sarà meno “rigida” di quanto si pensasse in precedenza. Il fatto che la Reserve Bank of Australia (RBA) abbia aumentato i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale ha rafforzato queste aspettative. Come è noto, la scorsa settimana la Banca d’Inghilterra ha deciso di lanciare un programma “temporaneo” di acquisto di obbligazioni per abbassare i tassi di interesse a lungo termine nel Regno Unito.

Inoltre, l’attenzione ai problemi di Credit Suisse e Deutsche Bank ha contribuito alla percezione da parte degli investitori di un atteggiamento più cauto da parte della Banca centrale europea (BCE). Gli investitori sono del parere che la Banca centrale europea e la Federal Reserve, tra le altre, sceglieranno sempre di prevenire una nuova crisi finanziaria piuttosto che continuare la loro lotta contro l’inflazione senza controllo. Questo si riflette già nel mercato dei futures. Lì, il tasso ufficiale USA del 4,25% è chiaramente probabile alla fine del prossimo luglio, mentre il 4,50% era lo scenario principale solo una settimana fa.

Un tasso di inasprimento più moderato non solo porterà a una crescita dei prezzi al consumo più elevata di quanto sarebbe stato altrimenti. Contribuirà inoltre ad aumentare l’attività economica e la domanda di materie prime. Di conseguenza, i titoli legati alle materie prime come Marathon Oil, Devon Energy, Diamondback Energy e ConocoPhillips sono stati tra i guadagni del mercato azionario statunitense lunedì. La tendenza è proseguita in Europa martedì. Ad esempio, i due colossi petroliferi Eni e Total hanno ricevuto aumenti dei prezzi del 2-3 per cento.

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Bisogna però essere del tutto ingenui per credere che “il pericolo è passato”. L’inflazione è ancora alta e non andrà via solo perché sei concentrato su qualcos’altro. Recenti statistiche di Eurostat mostrano che i prezzi all’ingrosso nella zona euro sono aumentati fino al 5% da luglio ad agosto. Questa cifra è di 0,1 punti percentuali superiore alla stima media degli economisti. Su base annua, la crescita è stata del 43,3%. Nel mercato finanziario, tali misurazioni nel tempo contribuiranno a tassi di interesse a lungo termine più elevati, poiché i creditori affermano di compensare l’inflazione più elevata. Questo, a sua volta, limiterà il prezzo delle azioni.

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